25 anni di glorioso servizio e il recente acquisto dei nuovi oculari ci hanno obbligati a sostituire la vecchia valigetta porta oculari. Per tutti la scelta sarebbe di andare in un bel negozio specializzato e scegliere il modello adeguato; non per noi ovviamente.

Siamo quindi passati a studiare le caratteristiche che questa valigetta doveva avere:

- leggerezza

- resistenza agli urti

- affidabilità nel proteggere i preziosi contenuti

- qualche optional sempre utile

Abbiamo trovato questa valigetta in offerta presso Leroy Merlin per 12 €

Abbiamo foderato l'interno con dei pezzi di fonoisolante di diverso spessore per coperchio e valigetta

Abbiamo comprato una striscia di led rossi adesiva, un interruttore e un connettore per batterie da 9V, abbiamo montato il tutto nel coperchio della valigetta e ottenuto una fantastico risultato.

 

A seconda delle necessità si possono effettuare dei buchi o incavi nel fonoisolante per creare le sedi dove accogliere i propri oculari.

Il nostro "padre fondatore" Arturo Navone ci ha insegnato molto durante la sua lunga vita. La più importante lezione è stata quella che gli astrofili dediti alle tecniche dell'autocostruzione e del fai da te non hanno limiti se non quelli dati dalla propria pazienza e manualità (con i muscoli e con il cervello). A lui dobbiamo la creazione di buona parte dei macchinari che ci permettono ancora oggi di utilizzare i nostri telescopi, e i telescopi stessi sono stati in buona parte pensati e realizzati.

 

Recentemente abbiamo ritrovato una foto che illustra il macchinario da lui inventato e realizzato per la costruzione delle lenti astronomiche. Pur essendo particolarmente complesso questo strumento è stato da lui realizzato e utilizzato molte volte per la creazione delle lenti astronomiche poi inserite nei telescopi autocostruiti. Il procedimento era molto lungo e complesso e le lenti dopo la loro realizzazione con questo strumento venivano rettificate a mano; lo strumento produceva un movimento orbitale oscillatorio del braccio in ottone visibile al centro dell'immagine, qui trovavano posto due lenti sovrapposte che venivano levigate, con l'inserimento della pasta abrasiva, fino alla creazione di una superficie concava e una convessa.

Pur apparendo una strumentazione piuttosto grezza la sua efficienza era  stupefacente e permetteva di realizzare ottiche di qualità eccezionale. Oggi viviamo in un mondo probabilmente diverso da quello in cui il nostro amico Arturo ideò questo macchinario, ma è giusto che si diffonda una tale conoscenza che costituisce sicuramente una grossa fetta della nostra cultura di astrofili.

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